Insegnamento e mediazione didattica

Il testo a seguire in questa pagina è frutto di un riassunto e di una rielaborazione degli appunti presi durante le lezioni del corso di Didattica generale tenute dal prof. Pier Giuseppe Rossi presso l’Università degli Studi di Macerata nell’a.a. 2008/09. Tali appunti sono stati rielaborati avendo come punto di riferimento anche il testo di Rossi & Toppano, Progettare nella società della conoscenza (Carocci Editore, 2009).

Insegnamento

Se l’apprendimento è un processo determinato dal soggetto che apprende, viene da sé che l’insegnamento non genera automaticamente apprendimento. Non esiste, quindi, un legame deterministico o una dipendenza lineare fra questi due processi, ma un rapporto dialettico.

Il ruolo dell’insegnamento è quello di creare le condizioni affinché avvenga un apprendimento significativo e non una semplice acquisizione di informazioni. L’insegnante deve costruire situazioni che generino crisi ed obblighino lo studente a mettersi in discussione. L’evento esterno (nella definizione di Edgar Morin) che provocherà la rottura degli equilibri nel soggetto in formazione è imprevisto e non può essere prestabilito a priori dall’insegnante.

La triangolazione didattica

Un’insegnante efficace, in una specifica realtà, riesce a costruire un rapporto positivo tra soggetti in apprendimento, disciplina e contesto (triangolazione didattica). Il peso attribuito ad ognuno di questi tre pilastri dipende dalla filosofia educativa e dalle competenze didattiche, psico-pedagogiche, epistemologiche, disciplinari e relazionali di ciascun insegnante.

Mediazione didattica

La mediazione didattica è tutta l’azione che l’insegnante mette intenzionalmente in atto per favorire l’apprendimento degli alunni.

Nella teoria costruzionista-interazionista, l’insegnante è il mediatore vivente e reale. Per il paradigma socio-costruttivista la conoscenza è un processo attivo di costruzione di significati dove l’alunno è al centro del processo stesso e l’insegnante è un mediatore che lo aiuta ad appropriarsi degli strumenti e del modo di pensare della propria cultura.

Il ruolo mediatico dell’insegnante si snoda essenzialmente su due versanti:

  • quello affettivo-relazionale: creando un contesto di valorizzazione dei soggetti e delle diversità, favorendo un clima relazionale positivo nel gruppo classe, promuovendo l’inclusione;
  • quello didattico: agendo sui contenuti per far sì che siano più accessibili agli alunni.

Il professore di didattica Elio Damiano definisce l’insegnamento come un intervento di mediazione, cioè di regolazione della distanza analogica tra il contenuto da apprendere e i soggetti che apprendono, condotta dal docente.

Nell’organizzare e animare questo dialogo l’insegnante utilizza segni e strumenti con la funzione di mediatori: per mezzo di essi agevola la ricostruzione individuale e collettiva dell’esperienza culturale.

Una caratteristica fondamentale dei mediatori è la pluralità. Damiano li classifica in quattro categorie:

  • i mediatori attivi: l’insegnamento si realizza nell’esperienza diretta dell’alunno (l’alunno è coinvolto concretamente nelle situazioni in senso fisico ed emotivo).
  • i mediatori iconici: l’insegnamento si realizza mediante il linguaggio visivo e fa leva sull’intelligenza visuo-spaziale del soggetto.
  • i mediatori analogici: l’insegnamento si realizza tramite giochi di ruolo (role playing), simulazioni della realtà, drammatizzazioni.
  • i mediatori simbolici: l’insegnamento si realizza tramite l’uso di simboli (lettere, numeri).

Per approfondire.

© ChiaraOnori 2020

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Segui la pagina Maestra Chiara