Pedagogia – educazione – didattica

Il testo presente in questa pagina è frutto di un riassunto e di una rielaborazione degli appunti presi durante le lezioni dei corsi Pedagogia e didattica speciale della disabilità intellettiva e dei disturbi generalizzati dello sviluppo e Pedagogia speciale della gestione integrata del gruppo classe tenuti dal prof. Piero Crispiani presso l’Università degli Studi di Macerata nell’a.a. 2014/15. Tali appunti sono stati rielaborati avendo come punto di riferimento anche il testo dello stesso prof. Piero Crispiani, Hermes 2014. Glossario scientifico professionale (Edizioni Junior, 2013).

Pedagogia

La pedagogia (etimologicamente dal greco παῖς παιδός «fanciullo» e ἄγω «condurre») è la scienza che indaga il dominio di saperi inerenti all’educazione.

Scienza

La scienza è un sapere dotato di uno statuto epistemologico. È riconosciuta da una comunità e ha persone che la esercitano.

La scienza empirico-sperimentale (empirico, cioè si fonda sull’esperienza, sul visto, toccato, sentito; sperimentale, cioè rimanda ad un esperimento, dove si modifica almeno una variabile e si ipotizza che accada qualcosa, lasciando immutate e controllando tutte le altre variabili) è nata con Galileo Galilei nel ‘500. L’approccio empirico-sperimentale si addice alle entità complicate, cioè quelle che hanno un numero di variabili molto elevato ma finito (entità, quindi, non umane). Le entità complesse, che hanno un numero infinito di variabili, come l’uomo, non sono prevedibili (Crispiani 2013: p.250).

La scienza moderna si è basata sul modello empirico-sperimentale: si fondava sulla certezza, sulla cumulabilità (una scienza deriva dal cumulo di tutti i saperi precedenti) e sulla gerarchia tra i saperi (ogni nuova teoria ingloba le precedenti); la cultura scientifica contemporanea si fonda invece sulla complessità, avvalora la pluralità teorica (esistenza di teorie concorrenti, paradigmi di segno diverso, che sono in parallelo non in gerarchia) e la non certezza (conoscenze credibili, accreditate, ma non certe) (Crispiani 2013: p.250).

Epistemologia

L’epistemologia (dal greco ἐπιστήμη, cioè conoscenza e riflessione sulla conoscenza) è insieme sapere e studio del sapere, è conoscenza sia come corpo dei saperi acquisiti, sia come processo della sua costruzione. Coincide con la filosofia della scienza e analizza sia le strutture (discipline, impianti, costrutti) sia i dinamismi (cambiamenti, interconnessioni, rivoluzioni). L’epistemologia generale dà luogo allo statuto epistemologico (Crispiani 2013: p. 130).

  • Lo statuto epistemologico è l’insieme dei caratteri epistemologici di una certa disciplina e la relativa riflessione su di essi. I caratteri epistemologici di una disciplina comprendono: dominio di saperi e di lavoro (di cosa si occupa, fin dove si spinge la sua influenza e pertinenza, pur nei deboli confini fra le discipline), paradigmi concettuali (concetti di base in cui la comunità si riconosce), scopi, modalità, metodi di ricerca, codici, linguaggi, deontologia, esercizi professionali, relazioni trans/interdisciplinari, letteratura (Crispiani 2013: p. 262).
  • Il dominio di saperi è l’ambito di esercizio di una disciplina: non è totalmente definito o delimitato, ha confini deboli ed è connotato da parti focali/specifiche e da parti laterali/periferiche condivise con altri domini in regime di transdisciplinarità (Crispiani 2013: p.121).
  • La transdiscipliarietà è la relazione fra le discipline caratterizzata da parziale sovrapposizione, da un ragionare insieme sullo stesso problema, sforando l’una nell’altra (Crispiani 2013: p. 279).
  • L’interdisciplinarietà è la relazione fra le discipline caratterizzata da una convergenza di punti di vista diversi su uno stesso tema o problema (Crispiani 2013: p. 164).

L’epistemologia pedagogica è il dominio di lavoro della pedagogia che tende a ricercare e a definire il proprio statuto epistemologico (Crispiani 2013: p. 130).

L’epistemologia didattica è lo studio dello statuto epistemologico della didattica come teoria (Crispiani 2013: p. 130).

L’epistemologia genetica è un ambito transdisciplinare che tratta la genesi e lo sviluppo dell’ἐπιστήμη, del pensiero e della conoscenza. Si tratta del dominio di lavoro specifico dello psico-pedagogista svizzero Jean Piaget (1896-1980), che studia la costruzione della conoscenza coincidente per lui con lo sviluppo cognitivo. Piaget segue una prospettiva logica per cui lo sviluppo mentale coincide con il procedere delle strutture logiche. Egli studia, pertanto, l’andamento evolutivo, l’adattamento della mente umana, il pensiero. Il medico pedagogista Édouard Claparède scrive l’introduzione a Il fanciullo e lo sviluppo del linguaggio (Piaget 1923): a suo dire, Piaget “insegue i bambini, li stana”, non si ferma all’apparenza, non si accontenta di vedere le risposte agli stimoli (educare = da educo «tirar fuori, stanare»), ma ‘rincorre’ i bambini, indugiando, senza fretta (pedagogia dell’indugio di Piero Crispiani) (Crispiani 2013: p. 130).

Tante pedagogie

La pedagogia è sede di storici dibattiti relativi alla sua epistemologia e assume diverse sfumature concettuali: pedagogia speciale, pedagogia clinica, pedagogia sociale, ecc. (Crispiani 2013: pp.218-219).

Pedagogia clinica

La pedagogia clinica è la scienza empirico-ermeneutica che osserva, descrive e teorizza i processi della formazione umana studiando lo sviluppo umano, le condizioni d’aiuto allo sviluppo umano (educazione) e l’andamento evolutivo dell’individuo e dei suoi bisogni educativi (Crispiani 2013: p. 218).

Essa si articola in:

  1. scienza dello sviluppo umano: scienza empirico-ermeneutica che osserva, descrive e teorizza i processi di sviluppo integrato e totale dell’uomo, le condizioni che lo agevolano o ostacolano, l’andamento normale o tipico dello sviluppo (Crispiani 2013: p. 218).
  2. scienza dell’educazione: scienza empirico-ermeneutica che osserva, descrive, teorizza i processi di aiuto allo sviluppo umano, le condizioni che lo agevolano o ostacolano, i progetti educativi (Crispiani 2013: p. 218) .

La clinica (dal greco κλίνη «letto», κλινική «ai piedi del letto») si riferisce ad un atto di studio, analisi, progettazione e intervento su un individuo e si basa su tre paradigmi fondanti:

  1. l’empiricità: il fenomeno è oggetto di ἐμπειρία «esperienza», osservazione diretta, rapporto ravvicinato; il medico ai piedi del letto guarda e tocca il paziente, l’occhio clinico vede oltre le apparenze.
  2. l’individualità: l’attenzione è posta sui singoli casi; la competenza è costruita sui casi, sulle diversità, sulle eccezioni piuttosto che sulle regolarità; il fatto che la pedagogia clinica sia individuale non significa solo che lavora sui singoli, ma che si fa anche portatrice di un sapere complesso includente eccezioni, diversità, occasionalità.
  3. l’ecologia (tale approccio ecologico è anche alla base dell’ICF):
    • ecologia di I livello: i fenomeni sono visti nella loro interezza, ad esempio, il bambino nel suo insieme: pensiero, linguaggio, affettività, motricità, ecc;
    • ecologia di II livello: i fenomeni sono indagati nei loro contesti di vita, ad esempio, il bambino in tutti i suoi ambienti (Crispiani 2013: pp.66, 218-219).

Tale concezione della clinica è riemersa soltanto tra il ‘700 e l’800 dalla svolta del medico e pedagogista francese Jean Marc Gaspard Itard (1774-1838) che rifiutò la diagnosi declaratoria del collega Pinel e la definizione di ineducabilità attribuita al giovane Victor, il selvaggio dell’Aveyron trovato cresciuto solo in una foresta, e sulla base di un’osservazione diretta, di un’approfondita analisi delle funzioni (oggi diremmo diagnosi funzionale) e di un faticoso percorso di ricerca-azione mise in piedi un vero e proprio progetto educativo (oggi diremmo Piano Educativo Individualizzato) per rieducare il ragazzo.

Educabilità – perfettibilità – ottimismo pedagogico

Itard si fece promotore del principio di educabilità come perfettibilità (ripreso poi da Seguin, Montessori, Binet, Ray) secondo cui l’uomo è suscettibile di sviluppo e miglioramento indipendentemente dalla sua situazione di partenza, grazie all’educazione. Tale principio si esprime anche nella definizione di ottimismo pedagogico, che racchiude la massima fiducia nell’intervento educativo.

L’educabilità, pertanto, è il principio pedagogico che afferma la possibilità di aiutare lo sviluppo umano in qualsiasi condizione soggettiva o oggettiva. Esso valorizza l’educazione, riconosce la sensibilità umana alla relazione d’aiuto e individua la possibilità per l’uomo di beneficiare dell’educazione, di esserne migliorato e perfezionato (Crispiani 2013: pp.124, 213).

Personalmente, sento che tale ottimismo pedagogico, accompagna costantemente il mio lavoro, sia come insegnante di classe, ma ancor di più come insegnante di sostegno. Si tratta di un punto di riferimento fondamentale per la mia professionalità: l’intervento didattico-educativo, anche nelle situazioni di sviluppo più gravemente compromesse, permette di raggiungere miglioramenti, seppur piccoli ed estremamente lenti.

Pedagogia speciale

La pedagogia speciale, di cui Itard si ritiene essere il fondatore, è la scienza dei processi di formazione in individui, gruppi o servizi, interessati da disabilità, disagio o forte differenza. Si definisce anche scienza dello sviluppo patologico e scienza dell’educazione speciale (Crispiani 2013: p. 219).

Educazione

L’educazione (dal latino, e-duco «condurre, tirar fuori») è intesa nella pratica come azione educativa/agire educativo, mentre nella riflessione epistemologica, come azione teorica, quindi teoria dell’educazione, cioè studio del fenomeno educativo.

Per azione educativa s’intende l’agire volto alla formazione e allo sviluppo (al ‘tirare fuori’ per l’appunto) di conoscenze e facoltà mentali, sociali e comportamentali in un individuo.

Secondo Crispiani (2013: pp.124-125), in ambito latino il termine appare univoco intorno al significato di azione educativa, mentre risulta polisemico nella letteratura anglofona (education, educational, educative, theory of education). In pedagogia clinica, l’educazione si declina essenzialmente come relazione di aiuto o aiuto allo sviluppo.

Educazione clinica

L’educazione clinica, quindi, può essere definita come un processo di aiuto allo sviluppo della personalità o delle sue componenti. Si tratta di un aiuto intenzionale, clinico e scientificamente orientato, recato ai processi evolutivi di ciascun individuo, in relazione ai suoi bisogni soggettivi. Può esprimersi come educazione diretta (azione educativa orientata ai soggetti in educazione) o indiretta (azione educativa orientata ad ambienti, sussidi, programmi, progetti, procedure, testi destinati all’educazione) (Crispiani 2013: p.125).

  • La personalità è l’organizzazione dinamica ed integrata dei sistemi biologici, psichici ed operativi dell’individuo umano, delle strutture e delle funzioni che distinguono ciascuna persona ed in cui ciascuno si riconosce (Crispiani 2013: pp.222)

Didattica

La didattica (dal greco διδακτικός «atto a istruire», derivato da διδάσκω «insegnare») è al contempo fenomeno, cioè l’insegnamento nelle sue diverse sedi, espressioni e problemi (organizzazione scolastica, progettazione, valutazione, ecc.) e teoria, intesa come teoria dell’insegnamento (Crispiani 2013: pp.98-99).

Alcune opzioni concettuali con cui il termine può essere declinato sono: didattica cognitivista, didattica laboratoriale, didattica metacognitiva.

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